Historique Voir ICI
Ici la tradition place un ancien autel,qui relie à la fondation de Rome sur le Campidoglio par Saturne..Les restes archéologique du village sur la colline font été d'un culte saturnien depuis la période protohistorique
Construit sur un grand podium recouvert de travertin Le temple ,dans ses cous sols éait le coffre fort de Rome avec Aerarium qui était le Trésor de rome géré par des questeurs mais il recevait aussi les archives d 'etat Les insignes militaires et un etalon pour les poids officiels des metaux avec une balance . Sur la Facade est on placardait dans un panneau rextangulaire les textes offciels( des trous sont encore visibles ).Par la suite l Aerarium fut deplacé dans un batiment voisin et les archives furetn transfereées au Tabularium
l tempio di Saturno si trova direttamente sulla salita del Campidoglio che domina ancora oggi con il suo lato antico conservato, l’imponente facciata il quale aspetto del Foro nell’angolo sud ovest dello stesso. Il tempio fa parte dei più antichi edifici di culto del Foro, il culto di Saturno fu praticato in questo luogo dal periodo monarchico. L’aspetto del tempio che si può oggi osservare fa parte dell’aspetto restaurato in epoca tarda, i resti dei templi e degli edifici posteriori di primo periodo repubblicano, dell’inizio del V sec. a.C. e del tempio del primo periodo augusteo, del tardo I sec. a.C., i quali sono incorporati nell’edificio di epoca tarda.. Come, in seguito, scrittori del I sec. a.C. segnalano, anche prima della costituzione del primo Tempio di Saturno, nel primo periodo repubblicano, si trovava in questo luogo un altare . Secondo la leggenda, è stato il mitico eroe Eracle a consacrare l’altare. Per gli albori del tempio, il periodo storico più tangibile è la fine dell’epoca monarchica: secondo la tradizione, Tarquinio il Superbo, l’ultimo re di Roma, diede ordine di edificare il Tempio di Saturno. La sua caduta ha impedito, tuttavia l’inaugurazione del tempio completato. Le antiche fonti scritte, di epoche successive, prendono in considerazione vari soggetti che possono aver inaugurato il tempio, contraddicendosi: Titus Larcius, nell’anno della sua dittatura (501 a.C.), oppure durante il suo consolato (498 a.C.), i consoli dell’anno 497 a.C. A. Sempronius Atratinus e M. Minucius Augurinus, oppure il console dell’anno 501 o 493 a.C. Postimius Cominius. Con tutta l’incertezza, su chi esattamente inaugurò il tempio, rimane anche da verificare, se all’inizio dell’epoca repubblicana vi era un tempio – che fu certamente utilizzato ideologicamente come identità monumentale della giovane repubblica. Fino ad ora non è possibile chiarire se il tempio ha subito ripristini o modifiche, nei secoli successivi: per questo mancano indizi certi; per quanto riguarda il tempio di epoca repubblicana non sono improbabili interventi di restauro minori. Nella visione generale del tempio, nel suo antico aspetto, sembra comunque che sia già esistito intorno al I sec. a.C. Solo dal 42 a.C. il tempio ottiene una nuova attività vitale, per quanto riguarda la politica di costruzione, ciò si rileva in questo momento, per tutto il Foro. L. Munatius Plancus, trionfatore sui Reti e il console dell’anno 42 a.C., quindi per quest’evento fu riedificato il Tempio di Saturno, finanziato con il bottino della sua campagna contro i Reti. Poichè Munazio Planco era uno dei sostenitori di Marco Antonio, ma a seguito della successiva spaccatura tra Ottaviano e Marco Antonio a Roma egli perse terreno politico, a questo evento si può collegare il fermo dei lavori di costruzione per lungo tempo. Solo dopo essere arrivato al potere Ottaviano, nel 32 a.C. (poco prima della sconfitta di Marco Antonio, ad Azio del 31 a.C.) avrà di nuovo l’autorità per promuovere la conclusione della costruzione del tempio. Tuttavia, sembra che il tempio non venne più usato per la propria rappresentazione, ma fu messo al servizio della rappresentazione del vincitore e nuovo sovrano, Augusto. Perciò sappiamo attraverso l’informazione della letteratura tradizionale, che i tritoni con conchiglie come acroteri decoravano il tempio – i quali costituiscono un motivo comune nell’immaginario augusteo per il riferimento alla vittoria navale di Azio. Nell’aspetto del tempio, di nuova costruzione di Munatius Plancus risiedeva il significato dell’edificio antico. Il tempio nella tardo-antichità cadde vittima di un incendio a causa del quale fu ricostruito, cioò è ancora oggi testimoniato dall’iscrizione dell’architrave: SENATVS POPVLVSQVE ROMANVS / INCENDIO CONSVMPTVM RESTITVIT (= il Senato e il popolo di Roma hanno restaurato il tempio dopo il danneggiamento del fuoco). Poiché solo questa iscrizione ci suggerisce questa distruzione, le fonti letterarie non ci hanno tramandato la sua tempistica e quindi può essere difficilmente determinabile. Il devastante incendio del 283 d.C. è da escludere, perché? il tempio di Saturno non è menzionato dalle fonti letterarie nel gruppo di edifici danneggiati. Stilisticamente, i capitelli delle colonne del tempio, che appartengono inequivocabilmente al restauro tardo-antico dell’edificio augusteo, che si data alla seconda metà del IV sec. d.C., in modo che l’incendio è databile al IV sec. d.C. Non è comune che nell’iscrizione di restauro manchi la menzione di Saturno come titolare del culto, così come la riservatezza nell’indicare da parte del Senato e del popolo, il donatore, senza citare l’Imperatore o il prefetto, al quale in realtà spettava tale incombente ricostruzione (per le singole fasi v.s.) Culto In primo luogo, il tempio servì come luogo di culto per Saturno, che è stato identificato con il dio greco Kronos. Saturno era il dio dell’agricoltura e della ricchezza; nelle descrizioni della sua immagine di culto pervenuteci, sappiamo che possedeva una falce e aveva il capo coperto. Ai piedi dell’immagine venivano legate delle bende di lana che erano un importante simbolo della festa di culto di Saturno, i Saturnalia. I Saturnali venivano celebrati nel mese di dicembre, il giorno dell’inaugurazione del Tempio di Saturno. Altre caratteristiche Oltre alle funzioni di culto, il Tempio di Saturno fu utilizzato anche per fini amministrativi, al servizio dello Stato romano (res publica). Particolarmente importante è stato il suo ruolo di Aerarium, vale a dire, che fu utilizzato come edificio per la tesoreria dello Stato. Questa caratteristica, secondo la tradizione letteraria, sembra averla fin dall’inizio – in tal modo fu creato il primo erario di stato della giovane repubblica, derivante dal trasferimento della proprietà del re tacciato dal popolo di Roma; oltretutto la tesoreria doveva essere tenuta costantemente nelle vicinanze e quindi sotto il controllo del nuovo centro politico, il Comizio. Almeno in epoca tarda, il Tempio di Saturno non servì solo da Aerarium, ma anche come un archivio delle leggi e delle sedute del Senato, come anche dei registri per le nascite e degli ambasciatori. Non è chiaro, tuttavia, se l’Aerarium fosse collocato esattamente nel tempio. In parte, si ritiene che l’Aerarium era collocato sotto le scale del tempio in costruzione, come sembrano attestare i resti di una porta sul lato est del muro del podio. Tuttavia, qui lo spazio disponibile appare troppo ridotto ad offrire uno spazio sufficiente per la tesoreria dello Stato e l’archivio. Maggiormente plausibile, appare la localizzare dell’Aerarium nella cella del tempio: ad esempio, ci è trasmesso che Tiberio Gracco ha fatto sigillare la cella del tempio, impendendo ai suoi avversari politici l’accesso alla tesoreria dello Stato. E nel 49 a.C. Cesare, dopo la sua invasione di Roma, aveva a sua volta fatto abbattere le porte del tempio per arrivare alla tesoreria dello Stato. Ubicazione e rovina Nell’odierno sito archeologico il tempio è visibile su un alto basamento, che compensa il terreno fortemente inclinato su cui è costruito il tempio: tra la via del Clivo Capitolino a ovest e la strada del vicus Iugarius a est vi è un dislivello di circa 6 m. Un compatto nucleo in opus caementicium, che è rivestito esternamente da una parete in travertino, servendo così come una vera sottostruttura, che solleva il tempio in altezza. Dal quale si possono vedere solo le colonne della facciata nord, sulle quali poggia l’architrave (il quale riporta l’iscrizione del restauro) come anche residui dei basamenti delle colonne sui lati longitudinali. Tutte le altre parti architettoniche, come il muro della cella o la struttura del tetto, sono andati perduti. Altrettanto non è chiaro se il sistema di scale, saliva dal basso verso il livello di calpestio del tempio. (sulle immagini delle rovine odierne v.s.)
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