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Treno Blindato Carozza Bologne



Treno Blindato Carozza Bologne
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Treni armati della Marina
Almanacco storico navale


I^ GUERRA MONDIALE

Nel corso del I conflitto mondiale la Regia Marina, per la difesa dei porti e delle linee ferroviarie del litorale Adriatico dalle incursioni della flotta austriaca, utilizzò una serie di treni armati con pezzi navali di medio e piccolo calibro.
Allestiti nel 1915 dalla Direzione di Artiglieria ed Armamenti del Regio Arsenale Marittimo di la Spezia che utilizzando carri pianali « Poz » delle FS, all’uopo modificati, rinforzati e dotati di armi di piccolo calibro. Mentre i carri con i pezzi da 152 mm vennero appositamente costruiti direttamente dall’Arsenale Militare.
Ogni convoglio era costituito da due treni, uno operativo e uno logistico, ciascuno dotato di due locomotori Gr.290 FS (ex 350 bis della Rete Adriatica) realizzate tra il 1889 e il 1913 con una potenza di 500 cv ed in grado di raggiungere una velocità massima di 60 km/h oppure Gr.875 FS, motrice realizzata tra il 1912 ed il 1915 ed erogante 440 cv. I locomotori erano posti in testa e in coda al convoglio. Durante gli spostamenti non operativi i due treni viaggiavano uniti.
Il treno armato era costituito da 3/5 carri dotati di cannoni, da 2/4 carri portamunizioni e da un carro comando. 
Il treno logistico aveva invece una carrozza alloggio ufficiali e sottoufficiali, due carrozze alloggio marinai, un carro cucina ed officina ed un carro deposito materiali.
Durante il conflitto vennero realizzati 12 treni armati siglati T.A. I/XII e distinti in tre tipologie:

I tipo: armato con 4 pezzi antinave da 152/40 ripartiti uno per carro e 2 pezzi antiaerei 76/40 su un unico carro. Complessivamente il treno era composto da 16 carri ed un equipaggio di 85 uomini.

II tipo: armato con 4 pezzi antiaerei e antinave da 120/40 ripartiti 2 per carro e 2 pezzi antiaerei Skoda da 75 o da 76/40, oltre ad alcune mitragliatrici Colt-Browing da 6,5 mm su affusto antiaereo. Complessivamente il treno era composto da 12 carri ed un equipaggio di 65 uomini.

III tipo: con armato unicamente contraereo composto da 8 pezzi da 76/40, e numerose mitragliatrici Colt-Browing da 6,5 mm. Complessivamente il treno era composto da 13 carri ed un equipaggio di 75 uomini.

La Direzione del Servizio dei Treni Armati venne posta ad ancona alle dipendenze del Comando in Capo del Dipartimento Marittimo dell’alto Adriatico con sede Venezia ed ebbe la responsabilità della difesa mobile della costa adriatica operando lungo la linea ferroviaria da Ravenna a Bari, con particolare riguardo per le zone da Ravenna a Termoli e da Barletta a Monopoli maggiormente esposte alle offese della flotta austriaca.
Il personale ai pezzi era costituito da marinai, mentre il personale di manovra era costituito da personale militarizzato delle FS.
Nel caso invece di attacco in pieno giorno o durante le notti lunari, la linea veniva bloccata e l'intervento avveniva appena possibile.
Durante la permanenza nella stazione di partenza, il treno era posto sul binario morto ed il carro con i pezzi antiaerei da 76/40 veniva staccato dal convoglio e piazzato ad una certa distanza in modo da assicurare la difesa dagli attacchi aerei che, seppure sporadici, cominciavano a manifestarsi. Durante gli interventi su allarme, anche il carro contraereo seguiva il treno armato intervenendo nel tiro antinave contro unità leggere in mancanza di obiettivi aerei.
Il T.A. VII, equipaggiato nel 1917 con soli pezzi antiaerei da 120 mm, garantiva in Ancona la difesa del Comando dei treni armati.
Molteplici e determinanti furono, durante tutto il conflitto, gli interventi a fuoco dei T.A. lungo tutta la costa adriatica: il 3 febbraio 1916 una squadra navale austriaca guidata dall'incrociatore Sankt Georg e formata da tre cacciatorpediniere e due torpediniere attaccò Ortona e San Vito Lanciano (Chieti); dopo pochi minuti di cannoneggiamento entrò in azione un T.A. munito di pezzi da 152 mm che mise in fuga gli assalitori.

La successiva azione si verificò in difesa di Rimini il 15 febbraio dello stesso anno, quando la città fu bombardata da idrovolanti. Il 23 giugno successivo furono messi in messe in fuga due cacciatorpediniere che avevano cannoneggiato Grottammare ed il 27 luglio furono respinti aerei austriaci che bombardavano Bari, Molfetta, ed Otranto. Un’ancora maggior successo fu conseguito il giorno 5 novembre, quando furono colpiti nei pressi di Sant'Elpidio a Mare (Ascoli Piceno), due cacciatorpediniere sui tre attaccanti. L'ultima azione a fuoco si ebbe il 28 novembre 1917, quando durante un attacco su Rimini, Cesenatico, Marotta e Senigallia furono messe in fuga alcune motosiluranti che discendevano velocemente la costa cannoneggiando. L'intervento di due treni armati permise di colpire un cacciatorpediniere tipo « Tatra » che appoggiava l'azione delle unità sottili.
L'istituzione di questo servizio mobile di difesa diede dunque ottimi risultati, tanto che la Regia Marina non trascurò di potenziare anche dopo il conflitto l'organizzazione dei T.A., estendendola a tutti i settori costieri serviti da linee ferroviarie litoranee.

II^ GUERRA MONDIALE

Nel periodo tra le due guerre erano stati realizzati nuovi carri pianali sperimentali armati di un pezzo da 152 mm in torre scudata e con una riserva di munizioni di 64 colpi contenuti in cassoni corazzati, rimasti allo stadio di prototipo.
Nuovi convogli vennero realizzati nel 1935 armati in prevalenza da pezzi da 120 mm e 152 mm in torri di tipo navale montate al centro di vagoni speciali tra due ricoveri blindati, uno contenente il munizionamento e l'altro i servizi e gli alloggi dei serventi.
Il 20 aprile 1939 i 12 nuovi treni armati esistenti vennero mobilitati: sei si trovavano a Taranto e sei a La Spezia. Attrezzati dall'Ufficio Trasporti del Ministero della Guerra con locomotive Gr.735 FS, realizzate dal 1917 al 1922, o Gr. 740 FS, realizzate dal 1911 al 1922, entrambe eroganti 980 CV ed in grado d'imprimere al convoglio una velocità massima di 65 km/h, e dotati di nuovi carri di servizio, vennero messi a disposizione dei Comandi in Capo di La Spezia e Taranto. Il personale delle ferrovie per la manovra doveva tenersi pronto a raggiungere le sedi di dislocazione di guerra dei T.A. appena fosse giunto l'ordine dello Stato Maggiore della Marina.
Nell'agosto dello stesso 1939 furono costituiti due Comandi di Gruppo Treni Armati, denominati « Marimobil » (ossia di difesa mobile), comandati da un capitano di corvetta e dislocati rispettivamente a Genova (per il gruppo della Liguria) ed a Palermo (per il gruppo mobilitato a Taranto ed inviato in Sicilia).
Dal 15 aprile 1940 i T.A. furono pronti all'impiego in pieno assetto di guerra: ognuno di essi era comandato da un tenente di vascello, aveva due ufficiali — un sottotenente di vascello vicecoman-dante ed un tenente del C.R.E.M. (Corpo Reale Equipaggi Marina) — e un numero di sottufficiali e marinai variabile da treno a treno a seconda dell'armamento, che raggiungeva la cifra massima di 25 sottufficiali e 101 marinai.
Dei 12 T.A. esistenti al 10 giugno 1940, nove erano armati 

Allo scoppio delle ostilità i due gruppi di T.A. erano così costituiti:

La sigla T.A. era composta dall'indicazione del calibro dei pezzi in dotazione per ciascun treno, seguita da un numero progressivo che distingueva i treni armati con gli stessi pezzi, dalla lettera S per i treni dipendenti organicamente, disciplinarmente ed amministrativamente da La Spezia, e da una T per quelli dipendenti da Taranto.

Le azioni belliche
Le principali azioni a fuoco dei T.A. avvennero in Liguria, nel breve periodo delle operazioni belliche contro la Francia.
Il 14 giugno 1940 il T.A. 120/3/S di Albisola, uscito dalla galleria Castello, tirò 93 granate da 120 mm contro una formazione navale francese formata da tre incrociatori e quattro cacciatorpediniere classe «Tartu», usciti da Tolone con l'intenzione di bombardare alle prime luci dell'alba la zona portuale di Genova. La seconda azione di rilievo dei treni armati si verificò il 22 giugno in appoggio all'attacco portato dalle Divisioni di fanteria «Cosseria» e «Cremona» (del XV Corpo d'Armata della I Armata del Regio Esercito) contro la zona fortificata francese di Mentone, difesa dai sei forti di Cap Martin, da quello di Roguebrune e da quello di Mont Agel. Per appoggiare l'attacco delle fanterie in difficoltà fu richiesto l'intervento dei treni armati N.2 e N.5, dislocati all'estrema ala sinistra dello schieramento italiano, che avevano il loro rifugio nelle gallerie dell'impervia e tormentata linea ferroviaria.
Il T.A. 120/2/S, dislocato a Ponte San Luigi, intervenne subito prendendo posizione nel tratto di binario della penisola di Capo Mortola, dopo la galleria Hamburg, mettendo i pezzi allo scoperto impegnandosi contro le formidabili difese fisse e mobili del nemico. Quest'ultimo, favorito dalla conformazione geografica, dominava perfettamente tutti i movimenti italiani inquadrando ben presto il treno armato con tiri aggiustati. Il convoglio tirò, sotto il fuoco nemico ben 232 colpi nel giro di mezz'ora, finché venne colpito dagli obici di una batteria ippotrainata francese e si dovette ritirare in galleria con tre pezzi su quattro colpiti e fuori uso, lamentando la perdita del comandante tenente di vascello Giovanni Ingrao, medaglia d'oro al valore militare alla memoria, che cadde con cinque suoi marinai nel tentativo di staccare dal treno immobilizzato e mettere in salvo in galleria il carro Santabarbara. Il T.A. N.2 perdette in totale nell'azione otto uomini, mentre altri 14 rimasero feriti.
Il giorno successivo, 23 giugno, entrarono in azione in appoggio sempre all'offensiva terrestre anche i T.A. 120/1/S e 152/5/S, che spararono rispettivamente 150 e 208 colpi colpendo ripetutamente i forti di Cap Martin senza subire alcun danno,dal tiro nemico.
Nell'agosto 1940, cessate le ostilità con la Francia, il T.A.120/ 1 /S fu inviato in Sicilia ed il T.A. 120/4/S in Calabria. Nell'aprile del 1941 il T.A. 152/3/T fu inviato a Porto San Giorgio in Abruzzo ed il T.A.152/5/T a Fano nelle Marche; nel maggio dello stesso anno il T.A. 120/3/S fu trasferito da Albisola a Porto Empedocle ed il T.A.152/1/T da Termini Imerese in Sicilia a Metaponto in Basilicata.
Nel novembre dello stesso anno i due pezzi da 76/40 contraerei dei T.A.152/1/T, 2/T, 3/T e 4/T vennero sostituiti con due mitragliere Isotta-Fraschini da 20 mm e con gli otto pezzi recuperati vennero costituiti due nuovi treni, i T.A.76/2/T e 76/3/T, armati ciascuno di quattro 76/40 e due mitragliere Breda Mod. 35 da 20/65, che vennero basati rispet¬tivamente a Licata (Agrigento) e Mazara del Vallo (Trapani).
Tutti i treni ebbero sedi di ricovero nelle quali tenersi pronti a muovere con le locomotive in pres-sione, secondo i concetti ancora validi, seguiti du¬rante la prima guerra mondiale. In ogni sede, il «Marigenimil» (Genio Militare della Marina) provvide alle sistemazioni logistiche e di alloggiamento per il personale, le cui sistemazioni sulle vetture alloggio non erano idonee ad una vita continuativa.
Con l'approssimarsi del conflitto alle coste italia¬ne, al 10 luglio 1943 erano disponibili 10 T.A. così dislocati:

I due gruppi vennero sciolti rispettivamente il 31 luglio e l'8 settembre 1943.
Durante lo sbarco alleato in Sicilia nel luglio 1943, i treni armati non poterono in alcun modo intervenire all'atto dell'invasione per la totale padronanza del cielo dell'isola da parte dell'aviazione nemica e vennero fatti saltare per ordine dei locali Comandi Marina all'atto della ritirata.
I quattro treni rimasti in Liguria furono catturati dai tedeschi ed in parte smantellati per utilizzarne le torri come postazioni fisse di artiglieria a rinforzo della Linea Gotica.
Va ricordato che il reclutamento degli uomini fu fatto su un piano regionale e locale per avere in servizio personale direttamente interessato a difendere le proprie case: si trattò di un interessante esperimento di difesa costiera anche sotto il profilo psicologico, dimostratosi valido, che permetteva nello stesso tempo, dislocando il mezzo vicino a casa, di utilizzare personale più anziano e di ridotte capacità militari, in gran parte non più idoneo all'imbarco sulle navi da guerra.

Composizione di un treno armato (configurazione iniziale)

Composizione di un treno armato (configurazione 1942)