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Rome Rione Campitelli Forum Romain Porticus deorum consentium
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Poco appariscente e quasi nascosto ci appare oggi il portico Deorum Consentium nel sito di scavo: il complesso sorge nell’angolo sud-ovest del Foro, presso la salita che sale al Campidoglio, offre interessanti intuizioni e diverse sfaccettature della storia del Foro Romano – sia per quanto riguarda la vita religiosa del Foro durante la Repubblica e l’Impero, come i rapporti nella tarda antichità con gli edifici del passato di Roma.
Funzione
Il portico Deorum Consentium era un santuario adibito al culto degli Dei Consenti, “gli dei unificatori”. In questo luogo venivano adorati (almeno per il periodo della tarda Repubblica) dodici divinità, sei Dei e sei Dee: Giove, Apollo, Marte, Mercurio, Nettuno, Vulcano e Giunone, Minerva, Cerere, Diana, Venere, Vesta. Le loro statue dorate si trovavano nel Foro – ed erano associate alle cerimonie di culto, come il Lectisternio, dove queste venivano adorate con banchetti pubblici, i quali venivano offerti alle statue. Come s’impostavano le singole statue, qual era la messa in scena del Lectisternio e come si presentava il luogo di culto nel dettaglio, non è ancora chiaro. L’impianto nel Foro pervenuto fino a noi, si presenta nella versione tardo antica, ed è costituito da un portico con otto camere in successione e un piazzale che dà sul Clivo Capitolino; dove le statue furono erette, rimane poco chiaro. Dalla tarda Repubblica, ci è pervenuto, attraverso le fonti scritte, un tempio di culto (“aedes deorum consentium”) che è tangibile a livello topografico, il complesso cultuale fu restaurato nella tarda antichità, l’iscrizione come “porticus deorum consentium”, non permette un semplice collegamento.
Storia
Le fonti scritte e le rovine indicano una prima costruzione nella medio Repubblica. Secondo la tradizione letteraria, il banchetto per più divinità (lectisternium) è stato tenuto per la prima volta a Roma, agli inizi del IV secolo a.C. – in relazione con la prima creazione di questo luogo. I resti di un muro in blocchi di marmo, sulle pareti posteriori delle camere più tarde che possono essere associati a questa fase iniziale. Tracce di precedenti strutture murarie nell’area zona possono migliorare ulteriormente la conoscenza del culto nel III sec. d.C.; in questo contesto si potrebbe prendere in considerazione la tradizione letteraria delle costruzione di culto (“aedes”) che potrebbe essere qui sorto, le condizioni della struttura che subì successivi restauri, non è tangibile.
Più tardi, nel I sec. d.C., si attuano nuovi interventi nell’impianto cultuale degli Dei Consenti. La ristrutturazione o nuovi progetti di costruzione a tratti furono effettuati probabilmente in epoca traianea o adrianea. Un nuovo restauro si svolse alla metà del IV sec. d.C., l’iscrizione che si presenta sull’architrave del portico designa come donatore il prefetto dell’anno 367 d.C. Vettius Agorius Praetextatus. Se in quel momento l’impianto è stato utilizzato ancora per scopi religiosi o no – e se la ricostruzione di Preatextatus è stata motivata per altri motivi politici o urbani, rimane aperta.
Con questo restauro tardo antico il portico Deorum Consentium ha ricevuto il suo aspetto definitivo. La struttura, nei secoli successivi è andata sempre più deteriorandosi. Nel 1834 è stata nuovamente scavata e alla fine del 1858 parzialmente ricostruita (con ulteriori aggiunte nella prima metà del XX secolo) tramite anastilosi.
Ricostruzione e interpretazione storica
La ricostruzione del portico, delle fasi iniziali, si basa principalmente su tradizioni letterarie e l’analisi delle strutture in muratura a ridosso della collina del Campidoglio, che rende plausibile l’esistenza di un tale impianto. Tracce di muri di fondazione della sesta camera sono stati interpretati come i resti dell’architettura di un tempio , che potrebbero essere stati ritrovati nel III sec. a.C. Tuttavia, un’idea precisa di questo sistema è inizialmente difficile da trovare.
La costruzione del tempio di Vespasiano divinizzato segna una fase di ricostruzione del portico: la piazza di fronte alle camere esistenti è stata livellata e pavimentata, il che significa che su un livello più profondo, verso nord, si trovavano stanze aperte. Sulla pavimentazione, si apriva una serie di stanze, che si piega ad angolo ottuso, con un colonnato. Se questo portico è stato progettato come una struttura a due piani, non si può accertare. Anche se questo era possibile in periodo traianeo e adrianeo, il quale si poteva sviluppare dal Tabularium fino al tetto, risp. fino al piano superiore del portico; in seguito, questo passaggio è stato murato nel Tabularium.
Il restauro nella tarda antichità sembra aver ripreso il sistema strutturale imperiale precedente. In ogni caso, le condizioni dell’edificio non lasciano tracce per un cambiamento di vasta portata rispetto alla concezione della costruzione precedente. Fino a che punto questa conservazione è stata effettuata in modo simile nel tempio di Saturno adiacente in questo periodo – nella precedente discussione di ricerca si fa ricorso all’iscrizione del donatore Praetextatus – deve essere messa in discussione: ampiamente riconosciuta è la ricostruzione della scritta frammentaria con una formulazione che il portico è stato riportato all’antica forma. Tuttavia, osservazioni nell’ambito della ricostruzione del portico per il nostro modello digitale del Foro dimostrano che quest’aggiunta non è in nessun modo sicura: le parole chiave dell’iscrizione, che sono un ricorso così esplicito al passato (“in formam antiquam restituto”), sono un’aggiunta moderna e quindi incerta per i reperti antichi. Ciò si traduce di conseguenza, in vasta portata, nell’interpretazione storica del portico. Finora, è considerata una testimonianza chiave per il trattamento specifico di conservazione della tarda antichità del luogo in questione, in collegamento all’iscrizione del donatore. Questa revisione del portico Deorum Consentium è problematica e le osservazioni attuali, non più sostenibili.
Selon Varron, historien qui a vécu au Ie siècle Av JC sur le Forum romain, il y avait 12 statues dorées des Dei Consentes, 6 hommes et 6 femmes, version romaine des 12 dieux grecs (dodekatheon). Mais les Étrusques semblent aussi avoir eu leurs 12 Dei Consentes,
Les Dei Consentes, aussi appelés Complices, sont habituellement traduits par Dieux conseillers ce qui semble inexact, aussi parce que les Dieux font plus que conseiller Il serait plus exact de traduire Dieux en assemblée, ou l'assemblée des dieux, ce qui est confirmé par les mots Complices.
Les Dei Consentes étrusques formaient des Couples sacrés ou hierogames
Iou Pater (Iuppiter) - Iou No (Junon) Nethuns (Neptunus) - Men Herua (Minerve) Ueiou Leukifer (Apollon ou Veiove) - Diana Feronia Mars (Mars)- Uenus (Venus) Uulcano (Vulcani) - Uesta (Vesta) Thurms (Mercurie) - Kerres (Ceres)
On pouvait aussi les noms orthographiés comme cela :Ovvero: Jupiter-Tinia Junon -Uni Minerve-Menrva Neptune-Nethuns ApollonAplu Diane-Artume Mars-Maris Venus-Turan Vulcain -Sethlans
Les Dei Consentes Romains
En 1834, à l'ouest du temple de Saturne, on découvrit un bâtiment de huit pièces en brique, sur deux côtés, avec les restes d'un portique à colonnades formant angle obtu en facade qui fut rélevé et restauré en 1858.
Le portique,tout d 'abord pris pour une Schola Xanthare fut reconnu comme Porticus deorum consentium, se compose de 12 colonnes cannelées en marbre cipolin dont cinq ont été reconstruites en travertin en 1858, lors des travaux de restauration
Le portique est surélevé et on trouve dessous sept caves Les 12 principales divinités de l'Olympe gréco-romain, ou Dei Consentes, étaient: Jupiter et Junon, Neptune et Minerve, Apollon et Diane, Mars et Vénus, Vulcain et Vesta, Mercure et Cérès.
Selon certaines sources, ces dieux, ou leurs statues, ont été placés sur des tricliniums avec des coussins, rassemblés lors d'un banquet, où les prêtres leurs offraient de l'eau et le miel. Selon d'autres, ils étaient placés dans des cellules et pour d'autres ils étaient placés entre les colonnes.
Histoire
Le portique a été construit au 3ème ou 2ème siècle avant JC, et il faisait partie du Forum romain archaïque, mais son apparence actuelle remonte probablement à une reconstruction intégrale de l ‘époque des Flaviens
Une inscription sur l'architrave du portique explique que les statues des Dieux et le bâtiment ont été restaurés par Vettius Agorius Pretestatus, préfet de la ville . En 367, une autre restauration a eut lieu ,ce fut une des dernières tentatives du pouvoir païen face au progrès du christianisme La restauration du bâtiment est l'une des dernières preuves de la renaissance païenne du IVe siècle, à cause d'un Empereur qui n'acceptait pas que le christianisme devienne la religion dominante et exclusive, qui tentait donc de l'endiguer par tous les moyens.
Les niches, l'architrave et les chapiteaux corinthiens, avec la représentation des trophées, datent de la période Flavienne. Un de ces chapiteau a été déposé et se trouve dans le Musée du Capitole sous le Tabularium
Description
Le portique, a été bâti à flanc de la colline du Capitole, dans un coin entre le temple de Saturne et le temple de Titus et de Vespasien,
Il est formé de deux rangées de colonnes de style corinthien, avec leurs chapiteaux Des trophée étaient sculptés ornant l'étage supérieur.
Les colonnes de cipolin ont été travaillé de façon curieuse Au lieu de graver les rainures, Celles ci ont été faite en utilisant des bâtonnets de ciment et le creux a été travaillé de la même façon avec du ciment.
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Colonne d'origine avec placage en ciment
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Colonnes placées lors de la Restauration de 1858 Noter l 'angle Obtu
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Les colonne du portique forment un angle obtus et elles soutiennent une architrave sur laquelle il est gravé:
Vettius Pretestatus, préfet de la ville, a reconstruit les vénérables statues des Dieux permis avec chaque ornement et culte de tout l'endroit reconstruit dans la forme antique, sous la garde de Longeius un homme de rang consulaire".
L'ancien mur de tuf qui forme la paroi arrière des cellules sur la gauche supportait le Capitol Clivo et servait de sous-structure au Tabularium.
En arrière se trouve sept petites pièces, non éclairées d'usage incertain, et au-dessus d'elles on a trouvé une plate-forme pavée de marbre, sur laquelle se trouve une autre rangée de petites pièces, de 4 m de hauteur et de 3.70 de profondeur, Sept pièces ont été fouillées, mais probablement cinq autres doivent encore être fouillées.
Sur la droite de cette esplanade on trouve les construction du Podium du temple de Vespasien formé de grands blocs de tur et de Travertin très bien appareillé
Cet espace fini sous le Tabularium . Il y avait une porte d 'entrée pour accédé à des souterrains qui furent murés lors de la construction du temple.